Definizione. Rappresentazione
mentale sistematicamente ripetuta e cosciente dell'azione motoria
(Frester, 1985)
che deve essere appresa, perfezionata o stabilizzata,
senza che vi sia una esecuzione reale, visibile esternamente, di
movimenti parziali o globali (Corbin, 1972).
Un'altra definizione è quella di Richardson (1969): l'imagery
si riferisce a tutte quelle esperienze quasi-sensoriali e quasi-percettive
di cui siamo coscienti e che per noi esistono in assenza di quelle
condizioni di stimolo che realmente determinano quelle specifiche
reazioni sensoriali e percettive.
Le caratteristiche principali, quindi dell'allenamento
ideomotorio sono:
· capacità individuale di provare sensazioni in
assenza di stimolo
· consapevolezza nell'esecuzione di questa attività
mentale
· assenza di movimenti visibili, durante tale attività
L'allenamento ideomotorio:
1. facilita-supporta l'apprendimento del movimento
2. ottimizza l'esecuzione motoria
La teoria. Fondamentalmente sono cinque le
teorie che tentano di spiegare il perché dell'efficacia dell'allenamento
ideomotorio:
1. la teoria psiconeurosensoriale (Carpenter, 1894; Jacobson,
1934; Suinn, 1972, 1976; Jowdy e Harris, 1990) secondo la quale
la ripetizione ideomotoria provoca una ridotta, ma misurabile attivazione
neuromuscolare specifica (distretti muscolari interessati all'azione);
2. la teoria dell'attivazione ("arousal") (Schimidt,
1982; Feltz & Riessinger, 1990) secondo la quale l'imagery favorisce
l'insorgere di livelli di attivazione adeguati alle richieste (attivazione
neuromuscolare generalizzata);
3. la teoria dell'apprendimento simbolico (Fitts, 1964; Feltz
& Landers, 1983; Hall & Erffmeyer, 1983) secondo cui tale
pratica fornisce al soggetto l'opportunità di allenare gli
elementi simbolici di un compito motorio e di preparare/pianificare
mentalmente la prestazione (Bandura, 1969);
4. la teoria bioinformazionale (Lang, 1977; Bird, 1984) secondo
cui al variare dell'immagine mentale varia anche il comportamento
reale poiché entrambi possiedono la stessa base psicofisiologica
(efficacia dell'imagery);
5. teoria del modello triplo codice (Ahseen, 1984; Murphy
e Jowdy, 1992) secondo la quale l'efficacia dell'imagery subisce
l'influenza di tre fattori interagenti: il realismo sensoriale delle
immagini, le modificazioni fisiologiche prodotte dalle immagini
e il significato delle immagini che deve essere soggettivamente
significativo.
La tecnica. Dopo aver definito la sequenza
motoria specifica, si procede alla sua sistematica ripetizione a
livello immaginativo, in parallelo all'allenamento effettuato sul
campo (esecuzione pratica). Ogni gesto tecnico è composto
da una sequenza di movimenti consecutivi: per la realizzazione della
pratica ideomotoria occorre focalizzare l'attenzione, per ogni step
motorio della sequenza, solo sul movimento del proprio corpo e,
una volta memorizzata la sequenza corretta, anche sulle sensazioni
e sui pensieri che lo accompagnano e sul ritmo respiratorio. Per
aiutare l'atleta nell'acquisizione della sequenza motoria corretta
e nell'elaborazione di immagini mentali appropriate, la rappresentazione
mentale viene fatta precedere dalla visione di un filmato del gesto
tecnico. Successivamente, dopo aver raggiunto lo stato di rilassamento
in tempi brevi, si introducono visualizzazioni polisensoriali riguardanti
il setting abituale, al cui interno si rappresenta mentalmente la
sequenza ideomotoria del gesto atletico, rispettandone i parametri
spazio-temporali. La sequenza ideomotoria deve essere ripetuta da
tre a cinque volte, ma nel caso subentri un calo della concentrazione
va sospesa immediatamente per passare all'esecuzione pratica.
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